Missione Cultura

Vino_&_Cultura_3Interpretare il mondo del cibo e del vino attraverso il suo complesso e profondo legame con numerosi altri aspetti della cultura e dell’economia fu la vera molla che mi spinse ad iscrivermi al Master ALMA-AIS di Colorno:  anzi … credo di non esagerare affatto se affermo di aver imparato ad “amare” il mio Paese, l’Italia, durante il corso di enografia: ero, allora, aspirante Sommelier. Mi si palesò un complesso microcosmo di Territori, Genti, Culture, Storie, Tradizioni – formanti insieme ordito e trama della cosiddetta Cultura Materiale – che furono – per il “me” di allora – una rivelazione.

Ho quarantasei anni. Sono un ingegnere. Mi occupo di progettazione industriale in un grande gruppo multinazionale con sede in provincia di Treviso. Alcuni anni fa l’incontro – quasi casuale – con questo universo, grazie ai corsi AIS. Una scoperta, prima; una passione incontenibile, poi. Culminata nella decisione di iscrivermi al Master Alma rivolto alla comunicazione e gestione del vino. Diploma che ho conseguito un paio di mesi fa con la massima soddisfazione.

Una grande aspirazione, che da diverso tempo vorrei realizzare, sarebbe quella di potermi dedicare in modo effettivo ad una attività incentrata su questi temi, con ricadute potenzialmente importantissime per la collettività e l’economia nel loro insieme.

Parole chiave: territorio, turismo, artigianato; alle quali aggiungo: arte, storia, economia. E, ovviamente, Cultura. Ma è chiaro che il vero valore aggiunto – inimitabile – è rappresentato dall’immenso patrimonio enogastronomico del Paese, fondamento e traino dell’ospitalità, punto cardine per lo sviluppo turistico.

Servirebbe un progetto di vasta portata che, attraverso una promozione efficace, possa nei fatti valorizzare pienamente – a livello internazionale – il capitale umano ed economico sul quale l’Italia sta seduta senza rendersene bene conto. Probabilmente si tratta di risorse determinanti per lo stesso futuro e prosperità del Paese, considerati la generale trasformazione delle attività manifatturiere cui quotidianamente assistiamo e la faticosa crescita dei settori legati alle nuove tecnologie…

Mia convinzione, inoltre, è che un discorso veramente incisivo debba fondarsi in primis su una solidissima base culturale, di assoluta profondità e spessore fino – ed oltre – l’eccellenza, sfuggendo alle mode effimere ed al banale imperante.

Certo tutto ciò può apparire velleitario: ma è altrettanto vero che talvolta il limite è quello di non pensare abbastanza in grande. Il problema vero semmai è capire da dove iniziare. Su questo punto pare logico, anzi non ho alcun dubbio: una tale spinta innovatrice, un progetto pilota, deve nascere da realtà di nicchia, particolarmente circoscrivibili e proprio per questo “comunicabili”.

In definitiva, mi pare si debba iniziare studiando nientemeno che… il futuro di ciò di cui si parla. Per poter parlare delle scelte da fare nel presente. In questa prospettiva l’incontro con un Enocrononauta proveniente dal futuro ha avuto valore inestimabile.

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